Il consolidamento è quell’operazione, solitamente eseguita per impregnazione, atta a riconferire al materiale da trattare la coesione (a livello microscopico) perduta in seguito a fenomeni di degrado o per invecchiamento.
Per le strutture lignee il fattore più frequente di degrado è rappresentato dall’azione degli insetti xilofagi (i tarli tanto per capirci…), a volte così massiccio da distruggere intere parti per sbriciolamento.
Fino alla fine dell’ottocento si usava come consolidante ligneo un impasto di segatura e colla, colla e pasta di legno, poi si è usata anche la cera, ma questa presentava delle controindicazioni come l’alterazione del colore originale dell’opera per invecchiamento.
Oggi come consolidanti si usano dei prodotti sintetici che devono essere molto fluidi per penetrare meglio nelle fibre del legno. Devono essere inoltre compatibili, in pratica non vi devono essere reazioni sgradevoli nell’opera da restaurare dopo l’applicazione di questi prodotti, e devono essere anche antimicotici e antifungini o perlomeno devono evitare il proliferare di batteri. Devono anche essere non tossici e non alterabili cromaticamente.
Ci sono consolidanti a freddo, ossia usati con solventi e a caldo, se capaci di sciogliersi, normalmente non a temperature elevate, e di aderire alla materia con il calore.
Noi difficilmente avremo a che fare con manufatti così disastrati da richiedere un consolidamento come sopra riportato. Inoltre, qualora ci trovassimo tra le mani un oggetto prezioso da consolidare sarebbe meglio che lo portassimo da un restauratore professionista.
Può invece capitarci, come è successo ad una persona di mia conoscenza, di restaurare una vecchia credenza contadina utilizzata addirittura come gabbia per conigli!
Il problema principale, a parte il piano dove stavano gli animali, totalmente graffiato e mangiato, era dato da un’azione massiccia di tarli i quali avevano indebolito di molto tutta la struttura. Dopo un ovvio lavaggio con soda caustica il passaggio seguente fu quello di impregnare le varie tavole con una buona dose di liquido antitarlo, poi di raddrizzare alcune tavole incurvate e di stuccare l’enorme quantità di fori degli insetti.
In quel caso sarebbe stata una buona cosa utilizzare un prodotto consolidante, ma le varie stuccature, i vari passaggi di antitarlo e di ulteriori impregnanti, nonché le numerose ricostruzioni di parti mancanti e le relative applicazioni con colla avevano comunque rinvigorito l’intera struttura.
I passaggi successivi ve li risparmio anche perché non in tema con l’argomento che stiamo trattando.
Detto questo non disperate se un grazioso oggetto vi si sbriciola tra le mani, con la giusta cura gli potrete ridare quella forza e quella robustezza che aveva quando fu realizzato.