Vuoi perché lo si associa ai concetti di compagnia e allegria, vuoi perché conferisce tono e sicurezza, vuoi perché costituisce un piacere per il palato: certo è che il vino è un alimento tra i più comuni, più antichi ed amati. Il primo problema da risolvere per chi desidera degustare questa deliziosa bevanda è l’approvvigionamento.
Perché selezionare vini potendo valutare sia la qualità dei vitigni che quella della vinificazione è un compito tanto difficile quanto laborioso, conviene lasciarlo svolgere agli esperti del settore, senza lasciarsi tentare dal fascino di risvolti falsamente naturalistici o dalla genuinità che molto spesso viene erroneamente confusa con la qualità.
Naturalmente l’ideale sarebbe che tutti gli addetti ai lavori, e non solo ditte selezionate, qualificate e di sicura serietà, fossero affidabili e prendessero la viticoltura come una professione con regole ben precise da rispettare e l’unico scopo di produrre buon vino.
Questa è una regola valida sua per i vini Doc sia per i vini da tavola.
Per vini da tavola si intendono quelli in cui le uve possono provenire da zone non predeterminate per legge; alcuni vengono chiamati per via delle loro caratteristiche ‘vino di tutti i giorni’, in quanto hanno un sapore non molto spiccato e definito che si sposa bene con tutti i gusti e con tutti i piatti della cucina quotidiana.
Le sigle dei vini di qualità: DOC e DOCG
DOC, DOCG, VQPRD, tante sigle dall’aspetto oscuro per indicare ben precise caratteristiche dei vini fissate e tutelate dalla legge. Ma cosa significano?
DOC
Il DOC (denominazione d’origine controllata) è un vino che proviene solo da determinati tipi di uve prodotte in altrettanto determinate zone stabilite dalla legge. Tutti i requisiti di lavorazione e le caratteristiche del vino , e in alcuni casi perfino il confezionamento e la commercializzazione, sono stabiliti nei dettagli da un regolamento di produzione chiamato ‘disciplinare’.
Un vino DOC è facilmente riconoscibile: in etichetta è riportata per obbligo la dizione italiana ‘Denominazione di origine controllata’ oppure quella europea ‘Vino di qualità prodotto in regioni determinate’.
Vi sono poi altre specifiche di qualità aggiuntive, previste e regolate dai disciplinari dei singoli vini, e che corrispondono a caratteristiche che possono variare da vino a vino: CLASSICO è un vino DOC ottenuto da uve coltivate nella più ristretta zona originaria; SUPERIORE è un vino che presenta una gradazione alcolica lievemente più alta; RISERVA indica una bottiglia invecchiata più a lungo.
DOCG
Il DOCG (denominazione di origine controllata e garantita) è un vino sottoposto a una disciplina ancora più severa, quindi particolarmente pregiato. Prima dell’imbottigliamento è prevista anche una degustazione di controllo e si riconosce, oltre che dalla distinzione in etichetta, da un contrassegno di Stato numerato posto sul collo della bottiglia.
In ogni caso, si tratti di DOC o DOCG, le caratteristiche peculiari che li rendono unici, insieme ai costi più elevati, li rendono adatti ad occasioni speciali e menù importanti. E’ possibile schematizzare gli utilizzi e le tipologie, fermo restando che i gusti non si discutono e neanche gli accostamenti che ne derivano.
I vini bianchi secchi come l’Orvieto Classico Doc Bigi o l’Est! Est!! Est!!! Doc Bigi sono vini da antipasto, pesce, minestre in brodo, uova, frutti di mare e pasta asciutta a base di pesce. Devono essere serviti rigorosamente a 10-12°. I vini bianchi dolci e gli spumanti sono tipici da dessert e vanno serviti ad 8-10°.
I vini rossi morbidi come il Chianti Classico Melini, famoso in tutto il mondo, vanno invece serviti a 16-18° con arrosti di carne bianca e lessi.
I vini rossi corposi come il Nobile di Montepulciano Melini necessitano invece di una temperatura di 18-20° e legano bene con arrosti di carne rossa e cacciagione.